Chris Nowinski is a former football player at Harvard University and professional wrestler with WWE, World Wrestling Entertainment. After enduring a career-ending head injury, Chris has dedicated his professional life to serving patients and families affected by brain trauma, particularly Chronic traumatic encephalopathy, or CTE, a progressive neurodegenerative disease that develops after repeated head injuries. Jay and Chris discuss the state of head injuries in American athletics, the difference between advocating for head safety at youth and professional levels, Chris’ newest research, and much more. Episode Chapters (00:00) Intro (00:50) changes in the culture around concussions in the past two decades (02:39) padded helmet technology (03:55) concussion reporting in the NFL (10:35) Chris’ career path and concussion history (14:52) connecting with activists who haven’t themselves suffered a traumatic brain injury (17:42) SHAAKE - a new sign to identify concussions (20:53) Unions can help players advocate for safety policies (23:10) final thoughts and goodbye For video episodes, watch on www.youtube.com/@therudermanfamilyfoundation Stay in touch: X: @JayRuderman | @RudermanFdn LinkedIn: Jay Ruderman | Ruderman Family Foundation Instagram: All About Change Podcast | Ruderman Family Foundation To learn more about the podcast, visit https://allaboutchangepodcast.com/…
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CABOTO di Lorenzo Mattotti e Jorge Zentner (focus)
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vedi libro: https://www.libri.it/caboto Navigatore, cartografo ed esploratore delle Americhe, Sebastiano Caboto fu al servizio di Spagna e Inghilterra negli anni immediatamente successivi alla scoperta del nuovo continente. Su di lui ci sono pervenute poche notizie, frammentarie e contrastanti. A complicare la ricostruzione della sua vita è soprattutto l’esistenza di documenti contraddittori e di scritti apocrifi a lui attribuiti, mentre la sua figura è da sempre controversa: c’è chi lo dipinge come un debole, bugiardo, vile e addirittura usurpatore dei meriti del padre, e chi lo esalta come uomo forte, coraggioso e sapiente, animato da un’invincibile ambizione. Probabilmente non ha giocato a suo favore il fatto di aver diviso i suoi servigi, da straniero, tra due stati rivali, Inghilterra e Spagna, e soprattutto gli hanno recato danno la gelosia e la diffidenza di piloti e cosmografi coevi. Ma, nel mare magnum delle fonti incerte, è possibile rintracciare alcuni punti fermi che ci permettono di ricostruire, a grandi linee, la sua storia. Certo è che nacque a Venezia, figlio dell’esploratore Giovanni e di Mattea Caboto, presumibilmente tra il 1475 e il 1477. Nel maggio del 1497 iniziò ad accompagnare il padre nei suoi viaggi al servizio dell’Inghilterra, partecipando tra l’altro alla spedizione in Canada a bordo della nave Matthew. Nel 1512 Sebastiano fu assunto da Enrico VIII d’Inghilterra come cartografo a Greenwich e nello stesso anno venne nominato capitano da Ferdinando II d’Aragona. Alla morte di quest’ultimo, nel 1517, tornò in Inghilterra e nel 1522 fu nuovamente in Spagna, a Siviglia, dove divenne membro del Consejo de Indias con il grado di piloto mayor nonché il cosmografo più importante del regno, responsabile del “Padron Real”, ovvero la carta del mondo, che veniva via via aggiornata con le notizie riportate da ogni spedizione di ritorno dalle Indie Occidentali. In quel periodo offrì segretamente i suoi servigi alla Repubblica di Venezia per organizzare una spedizione al fine di trovare il passaggio a nord-ovest per la Cina. A questo punto iniziano gli eventi su cui si incentra il libro che Mattotti e Zentner dedicano all’esploratore veneziano. Grazie al racconto di alcuni sopravvissuti, Caboto viene a conoscenza della spedizione spagnola di Juan Díaz de Solís che l’8 ottobre 1515 era salpato da Sanlúcar de Barrameda per raggiungere le Molucche, note come “isole delle spezie”. La spedizione aveva seguito la costa orientale presso la foce del Rio de la Plata, denominato Mar Dulce, raggiungendolo nel febbraio del 1516 per poi risalire fino alla confluenza dell'Uruguay con il Paraná. Qui, con altri membri dell’equipaggio, Díaz de Solís era stato attaccato e ucciso da un gruppo di indigeni. Affascinato dai racconti dei superstiti, che parlano di terre dalle grandi ricchezze, Caboto parte il 3 aprile 1526 da Sanlúcar de Barrameda con l’obiettivo di trovare a sua volta un passaggio verso le Molucche. Le navi arrivano alla costa del Brasile, all’altezza del Pernambuco, dove Caboto riunisce gli ufficiali e comunica loro un cambiamento nei suoi piani: vuole entrare, per esplorarlo, nel Río de la Plata, pensando di poter giungere così nel favoloso regno di Birù (Perù), che non è ancora stato conquistato. Nella zona dell’attuale città argentina di Santa Fe, Caboto fonda un villaggio fortificato, detto di Sancti Spiritu (Santo Spirito) e rimane nella regione per vari anni, esplorando alcuni fiumi delle vicinanze e conducendo spedizioni di carattere naturalistico. Frattanto i suoi luogotenenti Francisco César, Francisco de Rojas, Martín Méndez e Miguel de Rodas si addentrano nella regione alla ricerca del Perù, probabilmente raggiungendo solo la zona dell'attuale Bolivia... continua Francesca Del Moro
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62集单集
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vedi libro: https://www.libri.it/caboto Navigatore, cartografo ed esploratore delle Americhe, Sebastiano Caboto fu al servizio di Spagna e Inghilterra negli anni immediatamente successivi alla scoperta del nuovo continente. Su di lui ci sono pervenute poche notizie, frammentarie e contrastanti. A complicare la ricostruzione della sua vita è soprattutto l’esistenza di documenti contraddittori e di scritti apocrifi a lui attribuiti, mentre la sua figura è da sempre controversa: c’è chi lo dipinge come un debole, bugiardo, vile e addirittura usurpatore dei meriti del padre, e chi lo esalta come uomo forte, coraggioso e sapiente, animato da un’invincibile ambizione. Probabilmente non ha giocato a suo favore il fatto di aver diviso i suoi servigi, da straniero, tra due stati rivali, Inghilterra e Spagna, e soprattutto gli hanno recato danno la gelosia e la diffidenza di piloti e cosmografi coevi. Ma, nel mare magnum delle fonti incerte, è possibile rintracciare alcuni punti fermi che ci permettono di ricostruire, a grandi linee, la sua storia. Certo è che nacque a Venezia, figlio dell’esploratore Giovanni e di Mattea Caboto, presumibilmente tra il 1475 e il 1477. Nel maggio del 1497 iniziò ad accompagnare il padre nei suoi viaggi al servizio dell’Inghilterra, partecipando tra l’altro alla spedizione in Canada a bordo della nave Matthew. Nel 1512 Sebastiano fu assunto da Enrico VIII d’Inghilterra come cartografo a Greenwich e nello stesso anno venne nominato capitano da Ferdinando II d’Aragona. Alla morte di quest’ultimo, nel 1517, tornò in Inghilterra e nel 1522 fu nuovamente in Spagna, a Siviglia, dove divenne membro del Consejo de Indias con il grado di piloto mayor nonché il cosmografo più importante del regno, responsabile del “Padron Real”, ovvero la carta del mondo, che veniva via via aggiornata con le notizie riportate da ogni spedizione di ritorno dalle Indie Occidentali. In quel periodo offrì segretamente i suoi servigi alla Repubblica di Venezia per organizzare una spedizione al fine di trovare il passaggio a nord-ovest per la Cina. A questo punto iniziano gli eventi su cui si incentra il libro che Mattotti e Zentner dedicano all’esploratore veneziano. Grazie al racconto di alcuni sopravvissuti, Caboto viene a conoscenza della spedizione spagnola di Juan Díaz de Solís che l’8 ottobre 1515 era salpato da Sanlúcar de Barrameda per raggiungere le Molucche, note come “isole delle spezie”. La spedizione aveva seguito la costa orientale presso la foce del Rio de la Plata, denominato Mar Dulce, raggiungendolo nel febbraio del 1516 per poi risalire fino alla confluenza dell'Uruguay con il Paraná. Qui, con altri membri dell’equipaggio, Díaz de Solís era stato attaccato e ucciso da un gruppo di indigeni. Affascinato dai racconti dei superstiti, che parlano di terre dalle grandi ricchezze, Caboto parte il 3 aprile 1526 da Sanlúcar de Barrameda con l’obiettivo di trovare a sua volta un passaggio verso le Molucche. Le navi arrivano alla costa del Brasile, all’altezza del Pernambuco, dove Caboto riunisce gli ufficiali e comunica loro un cambiamento nei suoi piani: vuole entrare, per esplorarlo, nel Río de la Plata, pensando di poter giungere così nel favoloso regno di Birù (Perù), che non è ancora stato conquistato. Nella zona dell’attuale città argentina di Santa Fe, Caboto fonda un villaggio fortificato, detto di Sancti Spiritu (Santo Spirito) e rimane nella regione per vari anni, esplorando alcuni fiumi delle vicinanze e conducendo spedizioni di carattere naturalistico. Frattanto i suoi luogotenenti Francisco César, Francisco de Rojas, Martín Méndez e Miguel de Rodas si addentrano nella regione alla ricerca del Perù, probabilmente raggiungendo solo la zona dell'attuale Bolivia... continua Francesca Del Moro
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×Vedi libro: https://www.libri.it/anna-dei-miracoli La difficile infanzia di una bambina sordocieca e l'incontro con la sua "fata madrina", l'istitutrice che le insegnerà il linguaggio dei segni restituendole la gioia di conoscere, di imparare e di vivere. Una versione audio gratuita dei libri #logosedizioni, per consentirne la fruizione anche ai bambini ciechi e ipovedenti. Nel tentativo di creare la condivisione della lettura dei libri illustrati, abbiamo tradotto le illustrazioni in parole, grazie alla consulenza e la supervisione della dott.ssa Paola Gamberini, esperta di problematiche inerenti all'integrazione scolastica di bambini e ragazzi con disabilità visive. La voce è dell’attrice professionista Grazia Minarelli.…
vedi libro: https://www.libri.it/denti-di-ferro “Fate attenzione, non andate nel bosco! Là vive la strega Denti di ferro, che si mangia i bambini” dice la mamma ai tre figlioletti che trascorrono le giornate a bighellonare in strada. Ma sappiamo tutti che sarà proprio nel bosco che i tre fratellini si dirigeranno alla prima occasione, in cerca di nuove avventure! Al grande e al mediano le streghe non fanno paura – figurarsi! – e il più piccolo, l’unico rispettoso degli avvertimenti della mamma, viene subito schernito per la sua prudenza (“Bel fifone!”). Così i tre si avviano di nascosto, e cammina cammina, si addentrano sempre più nel bosco scuro e misterioso… Finché cala la sera e, con il vento che sibila sempre più forte e le ombre che si fanno sempre più lunghe, i tre capiscono di essersi persi. Il grande e il mediano iniziano ad aver paura, così il più piccolo sale su un albero per cercare la via del ritorno… ma finisce per avvistare la casa della strega. Ed è proprio là che vuole andare l’imprudente fratello maggiore! “Venite, bambini, non abbiate paura” li accoglie una vecchina dai capelli candidi con la promessa di un pasto caldo e un letto confortevole, “domani vi riaccompagnerò a casa”. Stanchi e affamati, i due grandi vengono subito tratti in inganno, ma il più piccolo non si fida, perché entrando ha visto chiaramente una grossa gabbia, e al calar della notte i suoi dubbi sono confermati dalla vista del famigerato muro d’ossa di bambini… Il personaggio della strega divoratrice di bambini che vive in una casetta in mezzo al bosco è parte della tradizione orale di molti Paesi (Turchia, Russia, Germania…) e ha svariati antecedenti letterari, a partire dalla celebre fiaba di Hänsel e Gretel. Nelle storie e nei racconti le paure più tipiche dei bambini prendono vita, spesso assumendo le sembianze di soggetti umani oltremodo malvagi. Cosa c’è, quindi, di meglio che ascoltare racconti i cui protagonisti trionfano su questi esseri orripilanti per acquisire maggiore fiducia e superare ogni timore? È proprio quello che succede con Denti di ferro, la cui trama combina elementi narrativi tratti da racconti popolari turchi e russi. Il tutto, accompagnato dalle efficaci immagini di Maurizio A.C. Quarello, che fanno un uso sapiente delle ombre e del chiaroscuro, trasportandoci dapprima in un bosco oscuro dove la casa della strega svetta simile al volto di un diavolo minaccioso, con le narici che fremono e le corna puntate verso il cielo plumbeo, per poi condurci al suo interno, dove le ombre sono lunghe e incombenti e i dettagli spesso raccapriccianti: ragni e scarafaggi, coltellacci sporchi e rane parlanti, pozzi senza fondo e una strega insolitamente espressiva che, pur caratterizzata dal classico naso adunco e da unghie e denti aguzzi, ha un insolito ombretto azzurro (e baffetti e peli del naso più ispidi di quelli dei nonni!) e sfoggia una capigliatura a cono e una gamma di espressioni dal disgustato all’impaziente che ruberanno un sorriso ai lettori più adulti... Valentina Vignoli…
vedi libro: https://www.libri.it/una-storia-piena-di-lupi C’era una volta una storia piena di lupi. C’erano lupi grandi e lupi piccini. Lupi dormiglioni e lupi furbacchioni. Lupi appena nati… e lupi stagionati. Così comincia questa storia. Ed è davvero una storia piena di lupi! Se ne trovano dappertutto, nelle sgargianti immagini realizzate da Roger Olmos con la tecnica a olio. Già i colori scelti ce li fanno apparire un po’ diversi dai classici animali cattivi delle fiabe che tutti conosciamo: ci sono lupi azzurri, lupi verdi, lupi arancioni, viola e perfino lupi rosa! Alcuni sono neri ma non fanno troppa paura: vi spaventereste davanti a un lupo che indossa un paio di grossi occhiali da sole con le lenti rosse, o un altro che saltella con in testa un buffo cappello? In un panorama urbano surreale e coloratissimo, una sorta di gigantesco parco giochi dove piattaforme, case, ponti, fontane e sculture si incastrano come in un puzzle, si sono magicamente riuniti i lupi di tutte le favole del mondo: eccone uno giallo con un paio di occhiali viola che sale una scala aiutandosi con un bastone, eccone uno verde che prende il volo a bordo di un razzo, uno viola che si lancia col paracadute, un altro che guarda la TV con in mano il telecomando, ecco un lupo vigile urbano, tre lupi muratori… non si sa proprio dove guardare, ce ne sono ovunque! E non mancano neppure oggetti ed elementi architettonici a forma di lupo; ad esempio il portone in copertina che, con le zanne aguzze in bella in mostra, potrebbe sembrare minaccioso, non fosse per le fioriere che lo affiancano e il timido lupetto che fa capolino dal suo interno scostando una tenda. Basta sfogliare poche pagine per trovare poi una fontana con sculture di lupi che versano acqua dalla bocca, un orologio con un lupo che muove le zampe come fossero lancette e addirittura un lupo-dirigibile! Ma cosa succede di preciso in questa strana città? Qual è la storia che si racconta in questo libro? Tutto comincia con un grasso lupo azzurro che, con in mano un megafono e al collo un bavaglino da neonato, esclama: “Urca che fame! Voglio cenare!”. Lupo Ghiottone (mai nome fu più azzeccato!) rimane tutto solo a pagina 9, così prova a addentare le lettere del libro mentre gli altri lupi vanno in cerca di cibo. Non riuscendoci, salta alla pagina successiva, piena di scivoli e ottovolanti, e prova a divorare le parole. Ma non gli piacciono perché sono dure e sanno di tintura, così le sputa subito. Intanto gli altri lupi, che hanno perlustrato la città in lungo e in largo, tornano mestamente a pagina 13 senza aver trovato niente di buono... Francesca del Moro…
Un giorno alla fattoria viene recapitato un pacco contenente un uovo. Nessuno degli animali è disposto a occuparsene, così tocca a Cane improvvisarsi papà della misteriosa creaturina che presto verrà alla luce. Una versione audio gratuita dei libri della biblioteca della Ciopi , per consentirne la fruizione anche ai bambini ciechi e ipovedenti. Nel tentativo di creare la condivisione della lettura dei libri illustrati, abbiamo tradotto le illustrazioni in parole, grazie alla consulenza e la supervisione della dott.ssa Paola Gamberini, esperta di problematiche inerenti l’integrazione scolastica di bambini e ragazzi con disabilità visive. La voce è dell’attrice professionista Grazia Minarelli.…

1 BESTIARIO UNIVERSALE DEL PROFESSOR REVILLOD di Javier Sáez Castán e Miguel Murugarren (focus) 4:37
vedi libo: BESTIARIO UNIVERSALE DEL PROFESSOR REVILLOD Tutto è cominciato con la scoperta del ciprifante nella giungla di Sumatra. Come? Non avete mai sentito parlare del ciprifante? Si tratta naturalmente del “volubile esemplare dall’incedere maestoso delle selve dell’India” che possiamo ammirare già in copertina, mentre soffia bollicine circondato dalle rigogliose piante della sua terra. Basta sfogliare un paio di pagine per ritrovare un magnifico esemplare di questo pachiderma dal muso di pesce con il dorso ricoperto da un drappo indiano su cui siede il Professor Revillod, vestito di tutto punto e con in mano una bandierina. Illustre accademico e uomo dal multiforme ingegno, il professore ha attraversato i cinque continenti per regalarci il Bestiario universale, questa “maraviglia bibliografica della moderna zoologia” redatta dall’Istituto che da lui prende il nome sulla base delle sue annotazioni. Le raffinate incisioni in bianco e nero dal fine tratteggio eseguite dall’artista Javier Sáez Castán, accompagnate dalle didascalie di Miguel Murugarren, svelano al lettore l’aspetto e i principali comportamenti di ben 4096 specie animali di cui nessuno, se non fosse stato per il lavoro infaticabile del professore, avrebbe mai saputo nulla. Attraversando terre e mari ignoti, risalendo vette sconosciute ed esplorando gli abissi più profondi, calcando strade ferrate e librandosi su palloni aerostatici, il Professor Revillod ci ha consegnato un patrimonio di conoscenze inestimabili. Guidato dalla sua inalterabile stella polare – la frase contenuta nell’emblema dell’Università di Bratislava, La Scienco, torco kaj grido da Homaro, che in esperanto significa “la Scienza, fiaccola e guida dell’Umano genere” – l’esimio studioso ed esploratore ha viaggiato ovunque nel mondo per svelarcene la magnificenza: eccolo dunque intento a osservare il kifariano, “bizzarro piumato dall’incedere maestoso della regione siberiana” o a studiare il cermanca, un “pesce primitivo di costumi notturni delle giungle malesi”, e ancora alle prese con la temibile tilce del gadillo, “feroce animale dalla puntura tenace del bacino dell’Orinoco”. In Nuova Zelanda, ha potuto ascoltare l’inconfondibile verso del colaca, un rumoroso piumato dal corpo adiposo, nel deserto del Gobi si è intrattenuto a giocare con l’hucello, un socievole canide dalla spessa pelle, e si è spinto con coraggio a sondare le profondità oceaniche alla ricerca del cewinto, un “pesce primitivo di abitudini notturne dei fondali abissali”... continua Francesca Del Moro…
Tra i regali che Giulietta riceve per il suo compleanno, c'è anche un nuovo amico: Giacinto, un esserino buffo e birichino, un po' insetto e un po' bambino. I due diventano inseparabili ma quando nasce Santiaguito, il fratellino di Giulietta, le cose cambiano e Giacinto, geloso, comincia a combinare guai. Una versione audio gratuita dei libri della biblioteca della Ciopi , per consentirne la fruizione anche ai bambini ciechi e ipovedenti. Nel tentativo di creare la condivisione della lettura dei libri illustrati, abbiamo tradotto le illustrazioni in parole, grazie alla consulenza e la supervisione della dott.ssa Paola Gamberini, esperta di problematiche inerenti all'integrazione scolastica di bambini e ragazzi con disabilità visive. La voce è dell’attrice professionista Grazia Minarelli.…

1 La biblioteca inclusiva della Ciopi - MARIA SIBYLLA MERIAN. LA MAGIA DELLA CRISALIDE di Anna Paolini 1:53:38
La straordinaria storia di Maria Sibylla Merian (Francoforte sul Meno, 2 aprile 1647 – Amsterdam, 13 gennaio 1717), che fu artista, naturalista e avventuriera, in un’epoca in cui alle donne era ancora preclusa la libertà di studiare, viaggiare e dedicarsi alle proprie passioni. Una versione audio gratuita dei libri della biblioteca della Ciopi , per consentirne la fruizione anche ai bambini ciechi e ipovedenti. Nel tentativo di creare la condivisione della lettura dei libri illustrati, abbiamo tradotto le illustrazioni in parole, grazie alla consulenza e la supervisione della dott.ssa Paola Gamberini, esperta di problematiche inerenti all'integrazione scolastica di bambini e ragazzi con disabilità visive. La voce è dell’attrice professionista Grazia Minarelli.…
Dall’orto al piatto il passo è breve! Frutta e verdura diventano protagoniste di fatti di cronaca nera raccontati attraverso esilaranti filastrocche horror. Una versione audio gratuita dei libri della biblioteca della Ciopi , per consentirne la fruizione anche ai bambini ciechi e ipovedenti. Nel tentativo di creare la condivisione della lettura dei libri illustrati, abbiamo tradotto le illustrazioni in parole, grazie alla consulenza e la supervisione della dott.ssa Paola Gamberini, esperta di problematiche inerenti all'integrazione scolastica di bambini e ragazzi con disabilità visive. La voce è dell’attrice professionista Grazia Minarelli.…
Cosa succede quando una bambola vuole un figlio? Una fiaba moderna e divertente per raccontare le origini del souvenir russo per eccellenza. Una versione audio gratuita dei libri della biblioteca della Ciopi , per consentirne la fruizione anche ai bambini ciechi e ipovedenti. Nel tentativo di creare la condivisione della lettura dei libri illustrati, abbiamo tradotto le illustrazioni in parole, grazie alla consulenza e la supervisione della dott.ssa Paola Gamberini, esperta di problematiche inerenti l’integrazione scolastica di bambini e ragazzi con disabilità visive. La voce è dell’attrice professionista Grazia Minarelli.…
Direttamente dal Perù, la storia del volpacchiotto più bello del mondo e della sua prima volta in città... quando sua mamma rischiò di perderlo per sempre. Una versione audio gratuita dei libri della biblioteca della Ciopi , per consentirne la fruizione anche ai bambini ciechi e ipovedenti. Nel tentativo di creare la condivisione della lettura dei libri illustrati, abbiamo tradotto le illustrazioni in parole, grazie alla consulenza e la supervisione della dott.ssa Paola Gamberini, esperta di problematiche inerenti l’integrazione scolastica di bambini e ragazzi con disabilità visive. La voce è dell’attrice professionista Grazia Minarelli.…
vedi libro: STIGMATE Edito per la prima volta nel 1999 nella collana Stile Libero di Einaudi, Stigmate viene oggi ripubblicato da #logosedizioni come seconda tappa di un progetto editoriale che ripercorre l’evoluzione artistica del Lorenzo Mattotti fumettista. Preceduta nel 2017 dalla pubblicazione di Ghirlanda , opera vincitrice del Gran Guinigi 2017 che ha segnato il ritorno di Mattotti al fumetto dopo quasi quindici anni, la collana è stata inaugurata lo scorso marzo con l’uscita del volume L’uomo alla finestra . Stigmate inizia con un sogno, motivo da sempre particolarmente caro a Mattotti. Nella visione onirica, un misterioso bambino promette a un uomo la prossima fine della sua vita disgraziata. Al suo risveglio, l’uomo sanguina copiosamente dalle palme delle mani. È l’inizio di un incubo: i medici sono convinti che sia un mitomane che si ferisce da solo, il suo datore di lavoro lo guarda con ribrezzo, i clienti del bar dove è impiegato si lamentano delle macchie di sangue che lascia sui bicchieri. Per contro, schiere di adoratori gli fanno visita con offerte votive pregandolo di guarire i propri mali e quelli dei propri cari. Ma lui li scaccia e non vuol sentir parlare né di miracoli né di stigmate. Del resto, cosa può avere in comune un uomo come lui con i santi? Non è altro che un quarantenne balordo, collerico e puzzolente di alcol, che si mantiene lavorando in un bar dove vende sottobanco sigarette di contrabbando e di tanto in tanto si accoppia bestialmente con donne che vivono allo sbando come lui. Per di più quello che ha ricevuto è tutt’altro che un dono: ben presto le stigmate lo porteranno alla rovina. Viene infatti licenziato e lascia il bar non prima di aver fracassato ogni cosa e aver tramortito il suo datore di lavoro. Nel frattempo la sua casa brucia, incendiata da uno dei ceri lasciati dai suoi devoti. Così alla fine l’uomo si ritrova in mezzo alla strada, senza più un lavoro né un posto dove stare. “Perché Dio ha deciso di farmi impazzire?” si domanda, e conclude sconsolatamente che “siamo robaccia destinata a marcire”. Inizia così a condividere il destino dei senzatetto e di altri emarginati in una città sempre più minacciosa e ostile, finché la violenza che lo circonda raggiunge il culmine quando un gruppo di delinquenti dà fuoco a un migrante. È il momento di lasciarsi alle spalle tutto questo, così l’uomo decide di mettersi in cammino per andare a chiedere aiuto a uno zio giostraio. Dopo molte ricerche, scopre che lo zio è in carcere ma la compagnia di giostrai con cui lavorava gli offre comunque un impiego come uomo di fatica. Tra i suoi nuovi colleghi trova l’amore, una ragazza dolce e fragile di nome Lorena che diventerà sua moglie, e decide di mettere a frutto il suo ‘dono’, trasformandosi in una specie di santone che promette guarigioni in cambio di denaro. Sembra dunque profilarsi un lieto fine per questa vicenda, finché la situazione si ribalta nuovamente: le ferite cominciano a richiudersi, i giostrai divengono ostili nei suoi confronti ritenendolo responsabile di una perquisizione della polizia e infine compare il suo ex datore di lavoro in compagnia di un paio di sgherri per prendersi la sua vendetta. Gli sgherri violentano Lorena sotto gli occhi del marito mentre il suo vecchio capo lo riempie di botte e infine spezza il braccio alla donna. Convinta di aver ricevuto la giusta punizione per i suoi peccati, quest’ultima si chiude in sé stessa e sviluppa una forma ossessiva di devozione religiosa... continua Francesca Del Moro…
FRANCES episodio 3 Ed eccoci giunti alla conclusione della trilogia di Frances , graphic novel in cui l’autrice, la svedese Joanna Hellgren, racconta una piccola epopea familiare accanto a una storia di formazione personale. Siamo alla resa dei conti. In questo episodio dal finale apertissimo si svela il mistero della morte di August, si comprende il motivo delle scelte di Ada e vediamo scene di una Frances ormai undicenne, alle prese con la sua vita da adolescente, alternate a scene di una Frances bambina che vive con il padre. Se il secondo volume era incentrato sul tema della maternità in tutte le sue accezioni, questo terzo e ultimo capitolo è decisamente declinato al maschile. Conosciamo un po’ meglio la figura del nonno oltre a quella di August, e il motivo del dissidio tra lui e il padre autoritario. Comprendiamo le ragioni del suo inquieto girovagare, alla perenne ricerca di un lavoro, il suo rapporto con la figlia, le altre donne, i colleghi, fino alla sua tragica morte. Viene ripreso inoltre, anche se solo accennato in chiusura, il tema della maternità che qui assume una sfumatura nuova: in un confronto con una maternità conformista o semplicemente subìta, assistiamo alla metamorfosi di una donna che affronterà forse la dimensione del materno con una nuova consapevolezza e maturità... continua su https://www.libri.it/frances-3 Rossella Botti…
FRANCES episodio 2 Torniamo a parlare del graphic novel Frances , del secondo episodio della trilogia della svedese Joanna Hellgren. Ricordiamo l’ambientazione in una Svezia atopica e in un tempo indeterminato, in un continuo sovrapporsi del passato al presente… Accolta, in seguito alla morte del padre, dalla zia Ada, Frances è portatrice di misteri e domande. Bambina in cerca di verità, Frances cresce inventandosi storie che l’aiutano a colmare le lacune della sua giovane esistenza. In questo libro tutti i personaggi lottano, ciascuno alla sua maniera, per affermare la propria libertà e identità, liberandosi del peso delle convenzioni sociali e familiari. Questo secondo episodio è incentrato sul tema fortissimo della maternità, potremmo forse dire della maternità imperfetta. Ada e Frances sono accomunate proprio dall’assenza della madre e da un padre morto o moribondo, anche se assumono ruoli diversi nei confronti del materno. Mentre nel volume precedente si avvicendavano vari temi importanti (famiglia, amore, amicizia, pregiudizi…) in questo episodio la maternità è esplorata in tutte le sue declinazioni: fisica o immaginativa; biologica o spirituale; imposta, subita, negata; rifiutata, ma anche accettata, indagata, ricercata, desiderata fino al sorprendente epilogo, fino a un insolito padre che si fa progressivamente carico del ruolo di madre (a livello immaginativo, emotivo e sentimentale ma anche molto concreto e perfino istintivo). Nella grande casa, non compare, questa volta, la zia Anna, madre algida e apparentemente impeccabile, dura e conformista al contempo, mentre Ada si fa incarnazione di un materno positivo e accogliente, per quanto non biologico. Ada sembra aver raggiunto una stabilità sentimentale e Louise una realizzazione professionale a tratti ambivalente: in loro Frances ha trovato una famiglia anticonformista ma accogliente e rassicurante... continua su https://www.libri.it/frances-2 Rossella Botti…
FRANCES episodio 1 Frances è un graphic novel in tre episodi, in cui l’autrice, Joanna Hellgren, racconta la storia di una bambina di 7 anni rimasta orfana del padre e senza madre, e degli adulti che la circondano. La narrazione procede in modo non lineare tra numerosi flash back a delineare una piccola epopea familiare accanto a una storia di formazione personale. Una storia che parla di famiglia, sentimenti, pregiudizi e immaginazione. L’azione è ambientata in una non meglio specificata città della Svezia, in un’epoca altrettanto indeterminata; possiamo presumere che si tratti degli anni ’30 dagli abiti e dagli elementi architettonici ma anche dal più generale contesto psicologico e sociale che emerge dalla storia. In questo primo volume vengono introdotti temi importanti come il peso della famiglia e la durezza di certi legami di sangue, i pregiudizi che limitano le persone, la condizione femminile e la difficoltà di vivere appieno e compiere liberamente le proprie scelte... continua su https://www.libri.it/frances-1 Rossella Botti…
LETTERE DA UN TEMPO LONTANO Sei brevi storie accomunate da alcuni temi ricorrenti nella produzione di Lorenzo Mattotti, come il ricordo, il sogno, l’esplorazione dei rapporti umani. Sei lettere spedite rispettivamente da una donna al suo compagno lontano, da una ragazza al bisnonno fumettista e, rivolgendosi idealmente a noi che leggiamo, da un pittore che non riesce più a ritrarre l’amata, da un personaggio indefinito che segue lo strano viaggio di una statuetta, da una donna che torna alla propria terra di origine, da due persone che si incontrano fugacemente separate da un vetro. Sei storie attraversate dalle altre due parole chiave del titolo: il tempo, che qui è soprattutto il futuro, e la lontananza. Il tema del futuro viene introdotto in due tavole contenute nel primo episodio, “Dopo il diluvio”, in cui la protagonista immagina due diverse versioni della fine del mondo: nella prima una notte scura avvolge la terra inghiottendo ogni speranza di luce, nella seconda gli animali aggrediscono l’umanità fino a determinarne l’estinzione. Lo stesso tema diventa protagonista del quarto episodio, “Lettera da un tempo lontano”, un viaggio a bordo di un futuristico treno lanciato a tutta velocità attraverso una stramba Venezia quasi completamente allagata. Questa storia era stata realizzata nel 1992 per un libro dal titolo Quel fantastico treno – fumetti d’autore sulla ferrovia, edito da Adnkronos che, oltre a quello di Mattotti, raccoglieva i contributi di Guido Crepax, Cinzia Leone, Hugo Pratt e José Muñoz e Carlos Sampayo, con la prefazione di Omar Calabrese. Si trattava di un volume celebrativo delle Ferrovie dello Stato, con il tema del tempo come filo conduttore. A Mattotti era stata chiesta una storia originale sul “treno del futuro” e a tal fine aveva attinto alle proprie letture e inserito alcuni elementi di invenzione. In una società in cui i rapporti umani sono perlopiù filtrati da dispositivi artificiali, le persone hanno la possibilità di isolarsi completamente dall’ambiente circostante applicando alle cuffie acustiche particolari meccanismi sonori e possono vedere ingranditi i particolari del paesaggio attraversato dal treno... continua su https://www.libri.it/lettere-da-un-tempo-lontano Francesca Del Moro…
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